L’acronimo KRI deriva dalle parole inglesi: Key Risk Indicator (indicatore chiave di rischio).
Rappresentano quindi degli indici che dovrebbero prevedere la possibilità di un determinato evento sfavorevole e che potrebbe impattare in maniera negativa su un progetto aziendale.
In altri termini, vengono utilizzati come indicatori di potenziali rischi, in modo da anticipare e mitigare le problematiche e per valutare la propensione al rischio di un’azienda.
Questi indicatori svolgono quindi un ruolo chiave per:
- la prevenzione
- la comprensione di punti deboli
- il monitoraggio
Analizziamoli brevemente per capirne l’importanza all’interno dell’ufficio acquisti.
Non perdiamo altro tempo, iniziamo!
KRI: i fattori che li compongono
Se ti stai approcciando alla stesura dei tuoi KRI, devono esserti chiari innanzitutto i principali fattori che li compongono. Questi fattori devono tenere conto sia degli aspetti esterni che interni all’azienda, su tutti i livelli.
Eccoti alcuni dei principali fattori:
- processo: analizza la capacità massima di produzione legate alla volatilità del mercato di riferimento.
- tecnologia: analizza eventuali rischi legati all’usura dei macchinari o di componenti ad esso associati.
- geografico: analizza eventuali ritardi legati al tragitto o interruzioni di produzione legate al contesto geo/politico.
- personale: analizza cosa potrebbe succedere se il livello di assenteismo supera una determinata soglia.
I KRI relativi dovranno mostrare in maniera chiara e misurabile, per ognuno di questi fattori, le relative criticità.
KRI: il processo di formazione

Questo processo parte dall’identificazione del rischio ed arriva alla pratica di mitigazione (aspetto fondamentale).
Eccoti i 5 passi chiave che definisco il processo di formazione.
- Identificare
In questa fase di raccolta si dovranno mettere sul tavolo tutti i potenziali rischi definendo le metriche e quantificando valori, rapporti, percentuali e tendenze. - Selezionare
In questa fase si dovrà effettuare uno screening di quei fattori facilmente monitorabili durante l’anno, in modo da poterli manutenere e visionare costantemente. È inutile avere tanti indicatori difficilmente monitorabili - Identificare i target
Questo punto rappresenta il fulcro di tutto il processo. Insieme a tutti gli enti coinvolti si dovrà identificare la propensione al rischio. In base ai target che saranno impostati verrà stabilito quanto un’azienda è disposta a rischiare prima di introdurre delle azioni correttive. - Monitoraggio e reporting
Non ci stancheremo mai di dirtelo, i dati devono essere raccolti, analizzati e verificati in maniera competente e veritiera. I rapporti sui KRI dovrebbero essere monitorati costantemente attraverso delle dashboard di confronto mensili.
Se per caso non hai idea da dove partire, ti consigliamo questi tutorial realizzati da Buyer’s Line!
– Come creare in Excel una dashboard di acquisto con le tabelle pivot (Prima Parte)
– Come creare in Excel una dashboard di acquisto con le tabelle pivot (Seconda Parte)
- Azioni di mitigazione
Per concludere in maniera completa un rapporto sui KRI , dovrai elaborare dei piani di mitigazione del rischio che ti permettano di intervenire in caso gli indicatori ne segnalino l’eventuale utilizzo!
Uno dei principali metodi per l’introduzione dei KRI è il processo di FMEA, facci sapere nei commenti se la utilizzi e con quali risultati!
Molto bene, speriamo con questo breve approfondimento di aver accesso il tuo interesse sull’argomento.
I KRI aiutano le aziende a contrastare le avversità ma non sempre sono facilmente identificabili e per questo motivo hanno bisogno di un’elevata organizzazione e di un coinvolgimento globale a livello aziendale.
Ci troviamo al prossimo articolo e nel frattempo continua a seguire Buyer’s Line!
A presto